Cos’è l’Eliofania?
Per eliofania s’intende il numero di ore di sole registrate in una data località in un certo arco di tempo.
L’eliofania dipende da tre fattori:
- La durata del dì (ovvero le ore che intercorrono tra l’alba e il tramonto)
- La copertura nuvolosa
- La presenza di nebbia
I dati sull’eliofania di Mario Pinna (1985)
Secondo i dati composti da Mario Pinna le aree con il maggiore soleggiamento annuo sono in gran parte situate nelle aree costiere e pianeggianti dell’Italia Meridionale. Al contrario le aree con meno ore di sole annuali le possiamo trovare in alcune zone montuose delle Alpi/Prealpi e dell’Appennino Settentrionale.
I valori più alti: più di 2600 ore annue
Simili valori di eliofania si registrano lungo tutte le coste di Sicilia e Sardegna, sulla costa calabrese tirrenica e in alcune aree costiere della Puglia (Golfo di Taranto e costa adriatica salentina). Più a nord vi è ricompresa una zona meno estesa: si tratta dell’Arco costiero compreso tra il Lazio Meridionale e la Piana Campana. Le uniche zone d’Italia abbastanza lontane dal mare dove si registrano più di 2600 ore di sole si trovano esclusivamente in Sardegna e in Sicilia . In tutte le altre regioni queste aree si trovano molto vicine alle coste.
Valori tra le 2400 e le 2600 ore annue
Simili valori si raggiungono in tutta la Sardegna ( che si configura globalmente come la regione più soleggiata) e in tutta la Sicilia, ad esclusione dell’Area Etnea. Altrove simili livelli di soleggiamento riguardano tutte le aree costiere tirreniche dalla Calabria fino alla Foce dell’Arno. Sul versante ionico-tirrenico esse riguardano tutte le coste calabresi e pugliesi nonché gran parte della regione Puglia, ad esclusione dell’Area Garganica.
Al di fuori di questi areali poche aree circoscritte possono vantare simili livelli : il promontorio del Conero ( Marche) e la Riviera Ligure di Ponente più occidentale ( Imperiese).
Valori tra 2000 e 2400 ore
Valori compresi tra 2200 e 2400 ore riguardano tutte le aree interne dell’Italia Meridionale, ad esclusione della Sila e dell’Appennino Campano. Nell’Italia Centrale molte delle zone comprese tra le coste e i rilievi appenninici presentano valori simili ( es. gran parte delle Marche, pianure toscane interne). Al nord valori così elevati si trovano solo lungo tutta la costa ligure, sulla Riviera Romagnola e in alcune aree pedemontane dell’Emilia-Romagna. Valori compresi tra 2000 e 2200 ore si possono incontrare su tutte le aree appenniniche del Centro-Sud e su tutta la Pianura Padana Orientale ( Pianura Veneto-Friulana ed Emiliano-Romagnola). Valori inferiori si registrano sulla Pianura Padana ad ovest di un asse immaginario che congiunge Piacenza con la zona del Lago di Garda. All’interno della zona alpina simili valori si riscontrano anche lungo la Valle dell’Adige.
I Valori più bassi: meno di 2000 ore
I valori più bassi sono inferiori alle 2000 ore e compresi tra le 1800 e le 2000 ore si registrano quasi esclusivamente nell’Italia del Nord, ad esclusione dei Monti Sibillini e del crinale di tutto l’Appennino Emiliano-Romagnolo.
Il luogo meno soleggiato d’Italia è….
Secondo la mappa di Pinna la zona d’Italia con i valori minori è situata ad est di Milano, nella Lombardia Centrale.
Qualche spunto su questo ultimo dato
Rispetto a questo dato è d’obbligo un’importante precisazione: i dati di Pinna risalgono al 1985. In prima battuta si deve considerare come il clima italiano sia cambiato rispetto agli anni 80′ e come quindi i dati oggi possono non essere perfettamente rappresentativi della reale situazione meteorologica. In certi casi lo scarto può essere limitato mentre in altri casi si possono pensare delle differenze anche notevoli. A riguardo merita un’osservazione il dato dell’eliofania di Milano e delle aree ad est della Lombardia Centrale. Tale dato è ricavato dai dati delle stazioni dell’Aeronautica Militare ed è influenzato in particolare dalla bassisima eliofania rilevata durante l’inverno ( appena 1,9 ore al giorno a gennaio e dicembre). Questa eliofania così scarsa è quasi completamente da attribuirsi alla presenza della nebbia, frequentissima in pianura Padana negli anni 80. Oggi, con una presenza di nebbia notevolmente ridotta è lecito supporre che simili valori non siano ormai più riscontrabili, sostituiti da valori decisamente più elevati.