Guardando una mappa delle fulminazioni in Europa notiamo subito una situazione di grandi contrasti. Alcune aree presentano un tasso di fulminazioni molto elevato, mentre altre ne presentano uno decisamente basso. In linea generale le aree centrali e meridionali sono molto più temporalesche di quelle settentrionali, così come le terre emerse sono decisamente più temporalesche delle aree marine. In particolare sono sopratutto le aree continentali dell’Europa Centrale ed Orientale ad avere più temporali mentre tutte le zone che ricadono nel dominio climatico atlantico vedono pochi temporali.
Entriamo nel dettaglio
La Penisola Scandinava, le Isole Britanniche e la Penisola Iberica occidentale sono le zone in assoluto meno soggette ai fenomeni convettivi. Quelle più soggette sono l’Italia Settentrionale, la Regione Alpina e l’area Balcanica. I livelli in assoluto più alti si registrano su alcune catene montuose: Alpi ( sopratutto versante meridionale), Carpazi, Balcani. Per quanto riguarda le aree della Penisola Scandinava e le isole Britanniche, molti temporali si verificano in seguito ad episodi caldi associati a masse d’aria calda di origine continentale. In entrambe queste locations le zone caratterizzate da attività temporalesca più frequente sono difatti quelle più meridionali o vicine al Continente, che hanno quindi maggior possibilità di essere raggiunte da aria più calda. Sulle Isole Britanniche ad esempio l’attività temporalesca è quasi assente in Irlanda e Scozia mentre aumenta sensibilmente nell’Inghilterra Orientale e Sud-Orientale, aree dal clima estivo decisamente più caldo. In Svezia, è la regione della Scania a presentare un numero di temporali decisamente maggiore che le aree più a nord. In Norvegia invece tutto il territorio nazionale ha pochissimi temporali, a causa dell’effetto combinato di alta latitudine ( clima freddo) e influenza oceanica.
L’area Alpina: il luogo più temporalesco del Vecchio Continente
Qual’è l’area più temporalesca d’Europa? Bene, c’è l’abbiamo in casa. Il bordo meridionale delle Alpi ( le Prealpi Italiane quindi) è infatti la regione geografica più temporalesca d’Europa!! Studi più approfonditi sembrano rilevare come all’interno di questa vasta regione geografica si riscontrino due aree di eccezionale attività temporalesca: la prima si estende nel Piemonte e nella Lombardia Settentrionali, interessando un’area compresa tra il Biellese e il Lago di Como, passando per Valsesia, Ossola, Lago Maggiore, Varesotto e Canton Ticino Svizzero. La seconda interessa le Prealpi Venete e Friulane e le rispettive pedemontane con picchi analoghi e non superiori ma con estensione probabilmente più ampia (da Vicenza verso est comprendendo Prealpi e pedemontane di Vicentino, Trevigiano, basso Bellunese, Pordenonese e Udinese). Un picco assoluto in quest’area si rileva sulle Prealpi Giulie (che sono anche l’area in assoluto più piovosa d’Italia). Una terza area geografica più isolata e meno estesa che ha picchi di attività temporalesca di assoluto rilievo è quella del Canavese, nel Piemonte Nord-Occidentale. L’attività temporalesca si mantiene però elevata su tutte le Alpi Centro-Orientali, sia italiane sia estere, con fulminazioni molto frequenti anche su Svizzera, Germania Meridionale, Austria e Slovenia. Sulle Alpi Occidentali si hanno valori più bassi, anche se comunque elevati mentre le aree più interne della catena vedono valori decisamente minori ma comunque superiori a gran parte dell’Europa. Le Alpi più interne hanno valori molto bassi, in corrispondenza di bacini a clima estremamente arido, circondati da alte montagne che bloccano i flussi umidi. Tra queste si possono segnalare il Brianzonese, la Valle d’Aosta, Il Vallese, i Grigioni e la Val Venosta.