Cosa sappiamo di coloro che abitavano la nostra terra prima dei romani?
Il periodo storico che precede la colonizzazione romana è piuttosto avaro di notizie riguardanti le popolazioni dell’Italia Settentrionale. A differenza di aree come la Grecia, l’Asia Minore e la Penisola Italiana ( Magna Graecia) l’Italia continentale non vide infatti fino all’epoca romana civiltà particolarmente elaborate ( se per esse si possono intendere civiltà in grado di costruire città, monumenti e creare opere letterarie). Notizie certe ci giungono solo con la crescita della potenza romana che dall’Italia Centrale si spinge prima in direzione sud e poi verso nord. Notizie ancora più antiche ma più discontinue ci vengono invece dai greci che si stanziarono nell’Italia Meridionale.
L’età del ferro
Per età del ferro si intende un periodo compreso tra il XII e il IV secolo a.C che vide la diffusione della tecnica del ferro. In questo periodo l’Italia vide la presenza di diverse, note generalmente come “culture”. Le notizie ci parlano probabilmente di otto culture differenti, delle quali due nel Nord: la cosi detta “Cultura di Golasecca” sviluppatasi nel Nord-Ovest e la “cultura atesina”, diffusasi nel Nord-Est. Le altre culture presenti in area italiana erano: quella “villanoviana”, quella “picena”, quella “laziale”, quella delle “tombe a fossa”, quella Apulo-Salentina e quella Sicula. La maggiore differenza culturale tra queste popolazioni riguardava il trattamento dei defunti: nelle civiltà centro-meridionali ( ad esclusione dell’Area Laziale e Toscana) prevaleva l’inumazione, mentre nell’Italia Settentrionale prevaleva la cremazione.
Popolazioni dell’età del ferro nel Nord-Ovest: la cultura di Canegrate e di Golasecca
La cultura di Canegrate
La cultura di Canegrate fa riferimento a una cultura sviluppatesi tra Lombardia Occidentale, Canton Ticino e Piemonte Orientale tra il XIII secolo a.C e l’ultima età del ferro. Si chiama così in onore della cittadina di Canegrate, nell’Altomilanese. Qui nel 1926 Giudo Sutermeister scoprì una grande e insolita quantità di materiale funerario. Questa cultura fu prodotta probabilmente da una ondata di popolazioni proto-celtiche provenienti dal oltre le Alpi. Queste popolazioni introdussero la tecnica della cremazione al posto dell’inumazione praticata dalle popolazioni originarie. Dopo poco tempo ( forse poco più di un secolo) questa cultura si fuse con la cultura autoctona, dando origine alla “cultura di Golasecca”. Siti archeologici di questo peculiare momento sono stati ritrovati in diversi luoghi: Novara, Vicolungo e Castelletto Ticino ( provincia di Novara), Premeno ( Verbano-Cusio-Ossola), Legnano e Canegrate ( provincia di Milano), Appiano Gentile ( Como), Ligurno ( Varese); Rovio, Gudo,Locarno, Giubiasco e Bellinzona ( in Canton Ticino).
La cultura di Golasecca
La cultura di Golasecca caratterizzò un territorio di circa 20.000 km quadrati compreso tra il Fiume Sesia a ovest e il fiume Serio ad est, a Sud il confine correva lungo il Po mentra a Nord aveva le Alpi come barriera. Originata dalla fusione tra l’elemento proto-celtico e gli elementi locali ( forse Liguri o Leponzi) ebbe una diffusione capillare e caratterizzò fin nel profondo la civiltà di questa zona tra il nono e il terzo secolo avanti Cristo, con evidenti continuità fino alla conquista romana. Questa cultura aveva molte affinità con quella di Halstatt, sviluppatasi quasi contemporaneamente a Nord delle Alpi. Il nome prende origine dalla località di Golasecca ( in provincia di Varese, lungo le rive del Ticino). Nella località detta Monsorino furono portati alla luce diversi manufatti originali e situazioni funerarie. L’epicentro di questa cultura interessò l’area di Golasecca, Sesto Calende e Castelletto Ticino. Un secondo epicentro di minore rilievo era situato nei dintorni di Como.
La storia nel periodo pre-romano
Mentre l’area dei laghi prealpini e del Piemonte è rimasta fino alla conquista romana essenzialmente celtica altre aree dell’Italia Settentrionale furono invece occupate dall’espansione etrusca. Essa si sviluppò già a partire dal VIII secolo a.C, quando gli Etruschi conquistarono vaste aree della Pianura Padana ( specialmente in Emilia), dando origine alla Cultura Villanoviana. In seguito alla Battaglia di Alalia del 541 o 535 a.C l’espansione etrusca procedette con ancora maggior vigore, interessando anche il Veneto e la Lombardia vicini al Po. In Lombardia gli etruschi si espansero dall’attuale zona del Mantovano verso Nord e sopratutto verso ovest, parallelamente al corso del Fiume Po. L’area più occidentale raggiunta fu probabilmente il basso corso dell’Adda. Le principali città etrusche del Nord Italia furono Felsina (Bologna), Marzabotto e Spina. Nel quarto secolo a.C i Galli invasero l’Italia, portando al famoso Sacco di Roma del 387 a.C. L’invasione dei Galli spazzò via la presenza etrusca nella Pianura Padana e portò allo stanziamento di popolazioni celtiche nell’attuale Emilia-Romagna ( Boi,Senoni etc.)
Quali furono le principali popolazioni pre-romane in Lombardia?
Insubri: Basso Lago Maggiore, Novarese, Varesotto e Comasco. Essi si espansero poi verso Sud fondando forse il primo nucleo della città di Milano ( Mediolanum).
Leponzi: insediati nella Val d’Ossola e Canton Ticino ( sopratutto Sopraceneri, ma forse anche Sottoceneri). Le loro città principali per i romani furono Oscela ( poi Oscela Lepontorum) ovvero l’odierna Domodossola e Blitio ( oggi Bellinzona)
Orobi ( Urumbovii o Urumobii): abitavano nella valli del bergamasco,del lecchese e del comasco.
Marici e Clevi: abitavano la zona del Pavese ( Lomellina e corso del Ticino) e la vicina Provincia di Alessandria. Erano in contatto con gli Insubri del Basso Lago Maggiore.