Norilsk è una città russa situata nel Krai (regione) di Krasnojarsk, in Siberia. Per certi aspetti questa città è surreale e rappresenta forse più di qualunque altro luogo la tenacia ma anche la distruttività dell’uomo. Tutto è estremo a Norilsk e le condizioni in cui la popolazione vive ne fanno forse il luogo meno ospitale della terra.
Norilsk è situata nel cuore della Siberia, a 69 gradi di latitudine Nord ( più o meno alla stessa latitudine dell’estremo Nord scandinavo), in una posizione estremamente remota. Si i trova infatti a 1500 chilometri in linea d’aria dalla grande città più vicina ( Krasnojarsk) e non ha collegamenti diretti con nessun’altra città nè tramite strada ne tramite ferrovia ( se si eccettua la ferrovia mineraria che collega Norislk con il porto di Dudinka, sul grande fiume Yenisei), essenzialmente usata per il trasporto del minerale. Con 170.000 abitanti è la città più a nord della terra e la seconda città più grande all’interno del Circolo Polare Artico, dopo Murmansk ( sempre in Russia). Con un’altra città siberiana ( Jakutsk) condivide anche un altro primato: entrambe sono le uniche grandi città costruite completamente su permafrost ( suolo perennemente ghiacciato).
Le condizioni ambientali qui sono a dir poco estreme. A livello climatico gli inverni sanno essere spietati: la temperatura frequentemente scende fino a -50 gradi e la neve permane al suolo per otto mesi all’anno. Durante la stagione invernale le temperature minime medie si aggirano sui -30 gradi mentre la temperatura massima sale sopra lo zero solo a fine maggio. Durante l’inverno si ha il fenomeno della cosiddetta “notte polare”, il sole infatti non sorge mai in un periodo compreso tra il 30 novembre e il 13 gennaio, mentre in estate al contrario il sole permane sempre sopra l’orizzonte per la stessa durata di tempo Come se non bastassero le sfide della natura la città deve sopportare anche gli attacchi del genere umano. La città è infatti uno dei più grandi centri minerari al mondo e si trova letteralmente sopra i depositi di nickel e palladio più grandi della terra.
La nascita ed esistenza stessa di Norilsk si deve all’industria estrattiva e si lega ad una delle pagine più buie della storia umana. Questa città nasce infatti ufficialmente nel 1935 come complesso minerario legato al sistema dei Gulag, come base di un esteso sistema detentivo chiamato Norillag. Il sistema Norillag fu operativo dal 1935 al 1956 e negli anni 50′ arrivò ad avere oltre 70.000 internati. Dopo la dissoluzione del sistema dei gulag nel 1957 in seguito alla morte di Stalin molte persone rimasero legate al lavoro nel complesso minerario, continuandone la produzione di nickel. Fino al collasso dell’Unione Sovietica la produzione era in mano allo stato. Dopo il 1989 i complessi industriali vennero comprati a buon mercato da personaggi emblematici, diventati in poco tempo enormemente ricchi (spesso definiti con il nome di oligarchi). Oggi Norilsk è il principale produttore di nichel al mondo e la produzione è in mano a Norislk Nickel, azienda controllata dal miliardario Vladimir Potanin, oggi il qurantunesimo uomo più ricco del mondo.
Con il passare degli anni la produzione industriale di Norilsk continuò ad aumentare. Gli impianti, giganteschi, rimasero però sempre datati e obsoleti e lo sono ancora oggi. Decenni di attività siderurgica dissennata hanno creato uno degli ambienti più tossici al mondo e la città è considerata da alcune istituzioni (come il Blacksmith Institute di New York) come una delle più inquinate a livello globale. Secondo alcune stime gli impianti di Norislk sarebbero responsabili di circa l’1% di tutta l’anidride solforosa immessa nell’atmosfera a livello globale. Secondo il servizio di statistica russo, nel 2017 Norislk ha emesso nell’atmosfera 1798 milioni di tonnellate di inquinanti a base di carbonio, una quantità sei volte maggiore di quella della seconda città più inquinante ( Cherepovets, centro dell’industria chimica e siderurgica nella regione del Volga).L’emissione di grandi quantità di anidride solforosa si traduce in effetti devastanti come smog e piogge acide. Intorno alla città in molti luoghi la vegetazione risulta completamente morta a causa dell’acidificazione dei terreni. La contaminazione da metalli pesanti è stata così massiccia che oggi è economicamente fattibile usare il terreno per l’estrazione di minerali a cielo aperto.
Il paradosso più grande è però quello che Norislk è difatto una grande macchia nel bel mezzo di un tessuto incontaminato. A poche decine di chilometri dal suo inferno si trovano ambienti vergini, quasi neppure sfiorati dalla mano dell’uomo. Nei pressi della città sorge i l’altopiano di Putorana, che contiene la Riserva Naturale Putorana, estesa per 18.000 chilometri quadrati ( l’equivalente del Lazio). Questa riserva contiene numerosi laghi, cascate e ospita il branco di renne selvatiche più grande del mondo. Come raramente altrove inferno e paradiso sono qui talmente vicini da toccarsi.
Potrà mai Norislk liberarsi dal suo pesante fardello ambientale? Nel 2017 la compagnia Norislk Nickel ha deciso un investimento di 14 miliardi di dollari fino al 2023 per ridurre del 75% le emissioni di anidride solforosa e diossido di zolfo. Questo contribuirà a ridurre notevolmente l’acidificazione e le sostanze nocive presenti nell’aria. Nonostante questo i danni ambientali sono così profondi e radicati nel tempo che servirà un’opera di bonifica impensabile per migliorare radicalmente le cose. E probabilmente questo luogo non tornerà mai al suo stato primordiale.