Pochi sanno che nella Pianura Padana Occidentale, tra Milano e Torino, a ovest della Valle del Ticino, si trovava uno dei giacimenti petroliferi più grandi d’Italia. Il giacimento di Villafortuna è situato nel comune di Trecate, in provincia di Novara. Fu scoperto nei primi anni 80 e la produzione incominciò nel 1984. Le riserve inizialmente stimate erano pari a circa 300 milioni di barili. La produzione, nel 1997, raggiunse il valore massimo: ben 85 mila barili al giorno. Da quel giorno la produzione è andata drasticamente calando, fino a circa 1200 barili al giorno nel 2014. In vent’anni questo giacimento ha fruttato alle casse dei comuni in cui sono situati i pozzi (oltre a Trecate anche Romentino e Galliate) circa 260 milioni di euro di royalties. Durante l’estate del 2016 la produzione è definitivamente cessata, dato l’esaurimento del giacimento. Il giacimento di Trecate è caratterizzato dall’incredibile profondità del giacimento: in alcune aree a elevata produzione come i paesi del Golfo Persico, i giacimenti si trovano a poche centinaia di metri sottoterra, nel caso di Trecate, le trivellazioni scendevano fino a oltre 5000 metri di profondità!
Questo territorio ospita però anche un altro gigante petrolifero: la raffineria di San Martino (frazione di Trecate), attiva dal 1952. Si tratta, dopo la Raffineria di Sannazaro de’ Burgondi (in Lomellina, provincia di Pavia) della raffineria più grande dell’Italia Settentrionale e Centrale. Oltre a Sannazaro, altre poche raffinerie in Italia (come quelle di Milazzo e Augusta in Sicilia, o quella di Sarroch, in Sardegna) possono vantare una simile produzione (pari nel 2010 a circa 174 mila barili al giorno). Essa occupa una superficie di circa un milione di metri quadrati (100 ettari, oppure 1 chilometro quadrato) e impiega direttamente circa quattrocento persone. Il petrolio arriva alla raffineria direttamente dal porto petrolifero di Vado Ligure, tramite oleodotto, a partire dal terminale di Quiliano. Il petrolio è inizialmente immagazzinato a Quiliano, e poi spedito a Trecate. Ogni anno, circa 75 petroliere vengono ricevute al terminale di Quiliano. I prodotti petroliferi raffinati vengono a loro volta distribuiti tramite autobotti, oppure tramite altri oleodotti, diretti rispettivamente a otto depositi situati in Lombardia e Piemonte. Un oleodotto collega anche la raffineria con l’Aeroporto delle Malpensa, fornendone la totalità del carburante. Ogni giorno, circa duecento autobotti escono dalla raffineria. Ogni anno, circa novemila carri ferroviari carichi di petrolio raffinato vengono spediti ad altri depositi.
L’incidente del 1994
La presenza di un’industria petrolifera tanto consistente ha provocato nel corso degli anni fenomeni di grave inquinamento ambientale. Diversi incidenti legati all’industria petrolifera hanno purtroppo interessato l’area, il più grave di tutti avvenuto il 28 febbraio del 1994. Quel giorno, alle ore 15,30 del pomeriggio un pozzo, denominato Trecate 24 e situato in località Cascina Cardana esplose, proiettando un getto alto cento metri di petrolio, sassi, terra e acqua. Durante l’esplosione, a Trecate piove e il petrolio si mischia all’acqua, andando a depositarsi sulle superfici. Circa 400-500 metri cubi di petrolio al giorno vengono nebulizzati insieme alla pioggia. Fortunatamente piove anche il giorno successivo e si evita un potenziale pericolo di esplosione. I tecnici chiamati non riescono a risolvere il problema, data l’eccezionale profondità del pozzo. Fortunatamente, il 2 marzo, il pozzo si blocca da solo. Lo scenario che si presenta è desolante, tutto è ricoperto da una patina oleosa: strade, campi, abitazioni. Durante i giorni precedenti il paese era stato completamente isolato dal mondo esterno, la ferrovia e la statale 11 erano chiuse sul territorio comunale. Nonostante i danni, sarebbe potuto andare peggio: alla fine il pozzo ha eruttato petrolio per soli due giorni, mentre all’inizio i tecnici riferirono che il pozzo avrebbe potuto riversare petrolio per settimane.
Altri incidenti hanno riguardato nel corso del tempo la vicina raffineria di San Martino: il 31 agosto 2009 si ebbe un incendio alla struttura, l’anno successivo si ebbe un ulteriore incendio in data 11 settembre. In tempi recentissimi, il 15 aprile 2020 un nuovo incidente ha colpito la struttura, incendio fortunatamente di piccole proporzioni e immediatamente domato.