La Pianura Padana è una delle aree con la peggiore qualità dell’aria in Europa. Tra di esse la maggior parte sono situate in Polonia e nell’Est Europeo in genere. Zone fortemente condizionate dall’industria pesante ex-sovietica e dalla rigidità dell’inverno, comportante forti consumi energetici. Un esempio emblematico è quello della Slesia Polacca, dove i livelli di inquinamento sono dovuti prevalentemente all’attività industriale ed energetica, molto legata al carbone. La zona soffre poi di scarsa ventilazione. In Pianura Padana le cause di livelli di inquinamento così elevati sono molteplici.
- Condizioni geografiche. La Pianura Padana è una vasta area pianeggiante, definita spesso come un “catino”, circondata su tutti i lati da montagne e rilievi (Alpi e Appennino) e aperta verso est sull’Adriatico Settentrionale. Questa conformazione geografica porta al ristagno delle masse d’aria presenti e a una ventilazione molto scarsa. Il periodo invernale è quello peggiore, quando spesso si verifica il fenomeno dell’inversione termica.. Le piogge sono altresì non frequentissime (80-90 giorni all’anno in media) e non permettono di abbattere l’inquinamento, che tende perciò a persistere per più e più giorni.
- Quasi completa mancanza di aree verdi. A differenza delle altre aree pianeggianti del Centro-Nord Europa (es. Bassopiano Francese o Tedesco), la Pianura Padana è quasi priva di boschi e di aree naturali. Le uniche aree naturali di una certa consistenza in Val Padana sono situate lungo i fiumi mentre in Francia, ad esempio, anche in pianura è possibile trovare grandi superfici boscate (basti pensare alle grandi foreste demaniali nei pressi di Parigi).
- Forte pressione antropica. Nella zona padana le pressioni di origine antropica sono numerose e forti. In quest’area una consistente pressione abitativa (riscaldamento, trasporti) si somma ad una forte presenza industriale e a un’agricoltura intensiva fortemente inquinante.
Purché i livelli di inquinamento atmosferico non raggiungano i valori paradossali di paesi come Cina e India, spesso sono comunque decisamente preoccupanti. La situazione si mostra però in deciso miglioramento rispetto al passato. In primo luogo le condizioni climatiche sono diventate più favorevoli alla dispersione degli inquinanti e inoltre le emissioni industriali sono diminuite molto ( specialmente quelle di composti solforosi). Punti critici rimangono le emissioni legate all’agricoltura, al traffico e al riscaldamento domestico.
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