La Valle d’Aosta è certamente una terra ricca di attrattive. Qui si trovano la montagna più alta d’Europa, il Monte Bianco, nonché altri giganti come il Monte Rosa, il Cervino, il Gran Paradiso, il Gran Combin e la Grivola. Non per niente quindi la regione è soprannominata, come il vicino Vallese, il “tetto d’Europa”. Ad alta quota ecco ancora i pascoli alpini e le mucche, il cui latte fornisce la materia prima per la mitica Fontina, le località alpine famose ovunque ( da Courmayeur a Cervinia), le stupende cascate e i laghi. La Vallee stupisce l’immaginario ad alta quota, certo, ma nel fondovalle? Esso è spesso snobbato dalle località ad alta quota e raramente il turista vi si ferma, con l’eccezione ovviamente della stupenda città di Aosta, dalle vestigia romane.
Eppure il fondovalle valdostano offre anch’esso stupende attrattive, primi fra tutti i castelli che lo punteggiano, ma anche i vigneti. In Valle d’Aosta, pochi lo sanno, si trovano i vigneti più alti d’Europa, quelli del vino blanc de Morgex et de La Salle ( Valdigne) ma i pampini delle viti si trovano ovunque nel fondovalle, Da Morgex a Pont-Saint-Martin. Proprio ai vigneti è dedicato un bellissimo itinerario, percorribile per lo più a piedi ( ma con alcuni tratti fattibili anche in mountain-bike) chiamato Chemin des Vignobles ( ovvero Cammino dei Vigneti). Il sentiero va da Aosta ( Institut Agricol Regional) fino a Pont-Saint-Martin ( confine piemontese) e nei suoi 70 chilometri coincide con la Via Francigena.
Il Percorso da Aosta a Chatillon
Il percorso si sviluppa per lo più sul versante settentrionale della valle, quello chiamato dai valdoastani adret, esposto a sud, soleggiato e quindi adatto alla coltivazione della vite. Il clima del fondovalle valdostano può essere molto rigido in inverno, e anche molto caldo d’estate, tuttavia l’umidità non è mai eccessiva e il clima è spesso asciutto e solare. Partiti da Aosta si incontra subito il dosso dello Tsatelet, sede di un’area archeologica tardo-neolitica e si continua nel tratto centrale della valle, molto aperto. Sull’altro versante spiccano le tremende pareti quasi verticali del Mont Emilius, che si slancia 3000 metri sopra le teste dei viandanti. Arrivati a Fenis, sempre sull’altro lato della valle, si riesce a scorgere il famoso castello, uno dei più famosi d’Italia. Arrivati a Chambave si raggiunge una preziosa zona vinicola e si passa per il Castello di Cly.
Il Percorso da Chatillon a Pont-Saint-Martin
Giunti a Chatillon-Saint Vincent la valle si restringe e piega verso sud ( la famosa stretta di Montjovet) ma prima ecco il sentiero passare per il Ponte Romano ( poco dopo Saint-Vincent) e per il Belvedere Alto del Geosito di Tsalleun. Superata Montjovet la valle cambia decisamente volto: si fa più piovosa e più simile alle zone prealpine piemontesi, con le costruzioni in pietra e i castagni. Dopo Verres si passa per il Castello di Issogne e l’idilliaco paese di Arnad, famoso sia per i vigneti che per le sue delizie gastronomiche ( tra cui il famoso lardo). Ormai negli ultimi dieci chilometri il paesaggio si fa decisamente roccioso ed ecco il Santuario di Machaby e il Forte di Bard. Quest’ultimo è un’imponente fortezza che incombe minacciosa a chiudere la valle e che ospita il Museo delle Alpi.
Giunti a Pont-Saint-Martin eccoci alla fine dell’itinerario: pochi chilometri e i nomi torneranno italiani, segno che abbiamo ormai lasciato la dolce Vallee d’Aoste. Ma prima di abbandonare la valle il Ponte Romano ( detto anche Ponte del Diavolo) fa bella mostra di sé, a ribadire ancora una volta quanto profonda sia stata l’impronta romana in queste terre. Chi intenda fermarsi può visitare i vari castelli ( Fenis, Issogne, Bard), oppure risalire la splendida valle di Saint-Barthelemy per raggiungere l’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma. Da non perdere poi una pausa rilassante negli stabilimenti termali di Saint-Vincent e Pont-Saint-Martin.
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