Alla fine del 1999, del Novecento e del Secondo Millennio, due tempeste atlantiche di eccezionale potenza e distruttività colpirono l’Europa. Ribattezzate rispettivamente Lothar e Martin, le due tempeste si originarono sul vicino Oceano Atlantico e colpirono violentemente l’Europa Occidentale, specialmente la Francia, tra il 26-27 e 28 dicembre 1999. Le due tempeste, spesso definite erroneamente come “uragani” furono in realtà delle depressioni extra-tropicali di eccezionale violenza, giudicate come bombe meteorologiche. I danni furono causati quasi per intero dalle raffiche di vento eccezionalmente forti, specialmente in aree non costiere. Le due tempeste provocarono 140 morti in tutta Europa e oltre 20 miliardi di dollari di danni.
La tempesta Lothar
Lothar si originò nella notte del 26 dicembre poco al largo delle coste della Bretagna e raggiunse le coste del Finistere alle due di notte. Alle 11 di mattina il cuore della tempesta aveva ormai raggiunto Strasburgo. La tempesta attraversò quindi il Nord della Francia con una velocità giudicata straordinaria, pari a 100 km/h. Il centro di bassa pressione percorse un tracciato vicino al parallelo 49 Nord e i danni maggiori si concentrarono su una striscia di territorio larga circa 150 chilometri compresa tra la Bretagna e l’Alsazia. Oltrepassato il confine la tempesta ha continuato la sua corsa nella Germania Centrale, mantenendo valori di pressione estremamente bassi fino al confine polacco.
L’eccezionalità di Lothar
La tempesta Lothar è stato un evento eccezionale sotto tre punti di vista: 1) velocità di spostamento 2) rapida ciclogenesi sulla terraferma 3) raffiche di vento molto violente su una vastissima porzione di terre lontane dal mare. La maggior parte delle tempeste come Lothar si genera generalmente in alto mare ( pieno Oceano Atlantico) e colpisce prevalentemente le coste occidentali del continente. Queste tempeste molto spesso perdono potenza all’interno delle terre emerse. Lothar al contrario ha guadagnato potenza proprio mentre era in procinto di arrivare sulla terra-ferma. Inoltre ha mantenuto la sua potenza praticamente inalterata per centinaia di chilometri.
Le raffiche di vento massime
Le raffiche di vento massime hanno raggiunto i 173 km/h all’aeroporto di Parigi-Orly ( record storico), 166 km/h ad Alencon ( Normandia) e 165 km/h a Colmar ( in Alsazia, a oltre 500 chilometri dalla Bretagna). In Germania le raffiche raggiunsero i 144 km/h a Stoccarda e i 150 km/h a Mannheim. In Svizzera 160 km/h si registrarono a Sciaffusa, e 157 km/h a Zurigo. Nelle zone montuose le raffiche furono ancora più violente e in terra elvetica si raggiunsero i 229 km/h sul Santis ( valore questo simile a quello di un forte uragano tropicale). Sulla cima del Waldenstein ( Prealpi Bavaresi) furono probabilmente superati i 250 km/h di raffica massima.
I danni
I danni causati dalla tempesta furono enormi. Particolarmente colpito fu il patrimonio forestale. Nella sola Francia gli schianti di alberi assommarono a circa 100 milioni di metri cubi di legname ( circa il 10% del patrimonio boschivo nazionale). Danni senza precedenti ebbero le foreste dei Vosgi e della Selva Nera, costituiti prevalentemente da abeti di piantagioni e situati in aree generalmente non soggette a simili venti. Nel momento peggiore inoltre oltre 10 milioni di francesi rimasero senza energia elettrica e solo nel paese transalpino i piloni dell’alta tensione abbattuti furono circa 1000. I tre paesi di gran lunga più colpiti furono Francia, Svizzera e Germania. Nel primo caso i morti diretti furono 53, nel secondo 14 ( ma 29 contando i morti nei lavori di sistemazione forestale) e nel terzo 17.
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