Ondata di caldo record nel Sud-Ovest
Tra le giornate di sabato 5 settembre, domenica 6 settembre e lunedì 7 settembre, festa nazionale del Labor Day, gli Stati Uniti Occidentali sono stati interessati da una forte ondata di caldo. Tale ondata è continuata anche nei giorni successivi, seppur con intensità minore. Le temperature più estreme si sono raggiunte nelle giornate di domenica e lunedì (6 e 7 settembre). Il picco di calore si è registrato nella regione della foce del Fiume Colorado, nel cosiddetto “Desierto de Altar”, territorio a bassa elevazione tra Stati Uniti e Messico, una delle zone più calde, secche e soleggiate a livello mondiale. Questa zona ospita la città di Yuma, Arizona, il luogo più soleggiato di cui si abbiano dati attendibili: in questa località il sole splende per circa 4100 ore all’anno. Temperature massime tra i 47 e i 48 gradi sono state registrate nel Desierto de Altar, con picchi che hanno raggiunto i 49 gradi nella città di Mexicali.
Le temperature
Temperature caldissime lungo tutta la valle del Fiume Colorado, dalla foce fino a Las Vegas (fino a 45 gradi a Lake Havasu City, 44 gradi a Las Vegas, 43 gradi a Saint George, Utah). Temperature ancora più calde nella Imperial Valley, con 48 gradi. Le temperature si sono però maggiormente discostate dalle medie nella Central Valley della California e in generale in tutta la porzione centro-settentrionale dello stato. Nel centro di Los Angeles le temperature hanno raggiunto i 45 gradi, così come Fresno e Sacramento ( a fronte di massime del periodo che dovrebbero essere sui 32 gradi). Le zone del Desierto de Altar, della Imperial Valley e della Bassa valle del fiume Colorado sono già estremamente calde in estate (42 gradi di massima media tra luglio e agosto, 38 gradi a settembre) e hanno avuto scostamenti minori, ma comunque imponenti ( 10 gradi oltre le medie). I 45 gradi hanno fatto la loro comparsa in luoghi insoliti, come a Redding, nel Nord della California. Temperature molto elevate hanno interessato però tutti gli Usa Occidentali (32 gradi a Spokane, Washington; addirittura 37 gradi a Boise, Idaho; 37 gradi anche a Denver, Colorado). Phoenix ha raggiunto anch’essa i 45 gradi.
Caldo record… e freddo record!
Questa ondata di calore è del tutto eccezionale per settembre e diversi record di temperatura massima per il mese sono stati battuti. Come se questo non fosse sufficiente, subito dopo il picco dell’ondata di calore un altro evento meteo di intensità inusuale ha colpito gli Usa occidentali ( questa volte però le High Plains): una forte ondata di freddo si è infatti spostata dal Canada in direzione delle Grandi Pianure Americane (le Great Plains). Tale ondata ha interessato gran parte degli Usa Centrali, con temperature in picchiata che sono scese di parecchio sotto le medie del periodo ( scostamenti negativi dell’ordine dei 10- 15 gradi). Dato che molte di queste aree arrivavano da temperature record, lo sbalzo termico negativo è stato imponente, fino a 30 gradi in alcuni luoghi!. Temperature caldissime, secche e fortemente sopra media hanno interessato in questo inizio settembre tutto il West. Caldissimo per la stagione su Montana Meridionale, Wyoming e Colorado orientali, Nebraska e South Dakota occidentali. Qui le temperature hanno raggiunto i 37-38 gradi (come a Billings, Montana e Rapid City, South Dakota). Si tratta di temperature massime di 12-13 gradi sopra la media. Nella giornata di lunedì 7 settembre il fronte freddo in discesa dal Canada è dilagato sulle pianure settentrionali, portando pioggia e temperature massime sui 10-12 gradi. Sul Colorado Orientale le temperature sono rimaste assai calde anche lunedì 7, con massima di trenta gradi a Denver e 34 gradi a Pueblo (dove si è avuto un effetto föhn). Martedì 8 però la situazione è cambiata drasticamente : il fronte freddo è dilagato verso sud e le zone più vicine alle Montagne Rocciose hanno visto le temperature più fredde, a causa della quota. Per le minime successive sono state invece le conche di Wyoming e Colorado a vedere le temperature più rigide.
Cosa è successo a Rawlins, Wyoming
A tal riguardo risulta interessantissimo e incredibile seguire le previsioni per la città di Rawlins (Wyoming): Lunedì 7 (giorno del Labor Day) la massima è stata di 24 gradi. Nel corso della sera è entrato il fronte freddo, con una furia spaventosa. La temperatura è crollata da 23 gradi alle ore 17:00 locali a 7 gradi alle ore 20:00 locali. Contemporaneamente il cielo si è coperto e tre le 11 e mezzanotte la pioggia si è trasformata in pioggia mista a neve. Dopo mezzanotte è avvenuto il passaggio a neve, con una temperatura di 0 gradi. La temperatura è continuata a scendere ancora durante la notte e il mattino, tanto che all’alba si sono registrati -3 gradi con rovesci nevosi. La temperatura è risalita leggermente durante il giorno, con una massima che si è mantenuta comunque sugli 0 gradi. Il cielo si è rasserenato nel pomeriggio. La sera e la notte sono state serene e la temperatura è caduta a piombo. Il mattino di mercoledì 9 settembre la minima ha raggiunto i –11 gradi, durante il giorno, con sole pieno, la massima è stata di soli 9 gradi. Dopo il 10 settembre le temperature sono però risalite sui 23-24 gradi. Negli ultimi giorni le massime sono risalite fino a 26-27 gradi.
Tra caldo e sbalzi termici mostruosi
. Mentre il gelo ha fatto la sua comparsa sulle zone ad alta quota presso le Montagne Rocciose, giornate ancora roventi hanno interessato la California e un po’ tutta l’area pacifica: mercoledì 9 settembre sono calate di parecchi gradi, ma si sono mantenute ancora superiori ai trentacinque gradi sulla Central Valley (37 a Fresno). Un vero tracollo termico ha interessato invece gli aridi bacini interni del Nevada e dello Utah. Nella città di Las Vegas, le temperature massime sono passate dai 45 gradi di domenica 6 settembre ai 32 gradi di mercoledì 9 (ben 12 gradi in meno), in un contesto peraltro sempre soleggiato. Altra curiosità: a Las Vegas non piove da ben 147 giorni consecutivi (il record storico è di 150 giorni nel 1959).
Neve: è caduta?
La neve ha fatto la sua prima comparsa in grande stile tra martedì 8 e mercoledì 9 settembre. Per i nostri standard si tratta ovviamente di date inconcepibili per la caduta della neve. Ricordiamo però che molte delle aree che ne sono state interessate, pur essendo pianeggianti, sono in realtà altopiani, con altezze sempre superiori ai 1000 metri di quota (ad esempio Denver è a ben 1500 metri sul livello del mare). Detto questo la neve è caduta sul 90% del Colorado e del Wyoming (i due stati più colpiti), sulla porzione settentrionale del New Mexico, su quella orientale dello Utah e sull’estrema porzione occidentale del Nebraska (l’area alla quota minore che vedrà la neve). Fino a 55 cm di neve sono caduti sulle montagne del Colorado sud-occidentale (San Juan Mountains), l’accumulo maggiore. In città come Denver, Cheyenne e Pueblo sono caduti sui 10-15 di neve fresca.
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