La Pianura Padana e le Bonifiche
La Pianura Padana è una piana di origine alluvionale e come tale è il risultato diretto del deposito dei materiali provenienti dalle aree alpine e appenniniche. I fiumi hanno plasmato il territorio della pianura, e il rapporto con l’acqua è sempre stato molto stretto. Fino all’epoca romana gran parte della Valle Padana era paludosa e ricoperta da boschi impenetrabili. Oggi l’aspetto della pianura è molto diverso: le aree agricole e urbane ne coprono la quasi totalità e le aree naturali sono ormai pochissime. Da questo punto di vista nessun’altra pianura europea si presenta oggi con lembi di naturalità così ridotti. Come è stato possibile tutto ciò? Grazie ad un processo di bonifica e sistemazione idraulica che è proseguito per centinaia di anni.
La bonifica idraulica: Pianura Occidentale
La sistemazione idraulica si è sviluppata in maniera diversa nella porzione occidentale e in quella orientale della pianura
. Nella porzione occidentale la centuriazione romana ( il processo di creare strade e campi geometrici) è stata pressoché assente. Nei secoli del Basso Medioevo le opere idrauliche romane vennero per lo più abbondonate. A partire dai primi secoli del secondo millennio d.C le bonifiche ripresero vigore, molto più forti che in epoca romana. Nel 1200 i monaci benedettini inventarono la marcita (prato allagato) e la pianura lombarda venne in gran parte sistemata da un punto di vista idraulico. Nel 1500 fu il Piemonte a vedere una grande opera di sistemazione idraulica, con la creazione del vasto sistema delle aree risicole del Vercellese e del Novarese. La sistemazione della Pianura Occidentale fu favorita da un ambiente più favorevole, più elevato e meno umido, dove l’acqua tendeva a ristagnare solo nelle aree più depresse (l’alta pianura è qui molto estesa).
Pianura Padana Orientale
Situazione diversa invece per la Pianura Orientale, quel vasto imbuto di terre che si allarga da Milano fino al Delta del Po. In questa zona la quota è bassa, il terreno impermeabile e le paludi erano estese e difficili da bonificare. Nel periodo romano le coltivazioni furono intense, ma si limitarono alla centuriazione ( Veneto Centrale e Via Emilia), in zone più elevate distanti dal corso del Po. Nell’epoca medievale poi, mentre ad occidente fiorivano le opere idrauliche, qui non si fece invece quasi nulla e si dovette aspettare il periodo Rinascimentale. Specialmente critica la situazione lungo l’asse del Po, nonché in aree come il Ferrarese, il Polesine, la Bassa Modenese e Bolognese, il Mantovano ma anche il Basso Padovano e Veronese, nonché la Romagna in generale. In quest’area le bonifiche maggiori ebbero luogo solo nell’Ottocento e in alcuni luoghi addirittura a novecento inoltrato.
Grandi bonifiche della Val Padana Orientale
La Grande Bonifica Ferrarese rappresenta l’esempio più rilevante di queste bonifiche: in tre anni (1874-1876) vennero bonificati ben 54.000 ettari di territorio. Le ultime bonifiche in territorio ferrarese avvennero negli anni sessanta (Valle del Mezzano, 1964 e Valle Falcia,1969). Nel Polesine le bonifiche andare avanti per decenni, per lo più mediante piccole addizioni. Un altro esempio di grande progetto di Bonifica riguarda le cosiddette “Valli Grandi Veronesi”, un territorio un tempo paludoso esteso in realtà anche nelle province di Rovigo e Mantova ( il nome più completo è quello di Valli Grandi Veronesi e Ostigliesi). Quest’area paludosa fu bonificata grazie all’opera di Pietro Paleocapa, mediante la costituzione del sistema idraulico Tartaro-Canalbianco-Po di Levante.
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