Oggi è l’11 gennaio. La prima decade del mese ( e del nuovo anno) si è appena conclusa. Alcuni diranno che tracciare già un bilancio della stagione invernale è prematuro, in quanto manca ancora molto tempo all’arrivo della primavera. Eppure a ben pensare siamo praticamente alla metà della stagione invernale meteorologica ( che va dal 1 dicembre al 28 febbraio) e che ( almeno sulla carta) stiamo per abbandonare la parte più fredda dell’inverno ( le prime due settimane di gennaio). Inoltre, l’allungarsi della durata delle ore di sole (avvertibile, e non in modo trascurabile, alla sera), ci fa riflettere che nonostante tutto siamo già avviati verso la “bella stagione”.
Come si è presentato finora l’inverno 2020/2021 al Nord Italia? Dopo una serie di inverni particolarmente anonimi molti avrebbero giurato che anche questo sarebbe stato scialbo e privo di interesse. Per un appassionato di meteorologia questo vuol dire essenzialmente il solito inverno caldo, soleggiato, dominato dalle alte pressioni, con poco freddo e ( soprattutto!) poca neve. Orbene, l’inverno 2020/2021 ha regalato a molti appassionati della meteorologia nel Nord Italia una stagione molto interessante e ormai insperata. Certo, non è stato l’inverno dei sogni ( specialmente per qualche area) ma in linea generale un inverno così interessante non si vedeva da un numero discreto di anni.
Incredibile è poi il confronto con l’inverno precedente ( 2019/2020), forse l’inverno peggiore che un meteo appassionato ricordi. Che dire dell’inverno passato? Caldissimo ( 3,5 gradi sopra la media a Milano, il più caldo di sempre!), asciuttissimo ( a parte dicembre) e caratterizzato da continue alte pressioni che hanno portato l’inquinamento a livelli esacerbati, come non si vedeva da anni. Aggiungiamo poi che la sua fine ha coinciso con lo scoppio della pandemia in Italia ( oltretutto proprio in Lombardia). Insomma, un disastro.
Come sono stati i prodomi della stagione invernale? L’autunno 2020 è stato al Nord Italia una stagione di eccessi: molto caldo fino al 25 settembre, alla fine di quel mese si ha un’ondata di freddo fuori stagione di assoluta rilevanza ( basti pensare che in Piazza Duomo a Milano la temperatura scende fino a poco più di nove gradi), nelle stazioni in campagna si toccano anche punte inferiori ai 5 gradi ( 3 gradi nella Brughiera della Malpensa).
Questa è seguita dopo pochi giorni da un altro evento assolutamente rilevante: tra il 2 e il 3 ottobre una perturbazione attivissima colpisce il Nord Ovest. Gli accumuli pluviometrici nella zona prealpina sono allucinanti e rappresentano qualcosa di jamais vu come cumulate giornaliere ( più di 500 mm nella zona del Verbano), quantitativi in effetti più degni della costa ligure che delle Prealpi. La perturbazione è accompagnata da un vento di scirocco fortissimo, foriero di numerosi danni al patrimonio boschivo ( es. Campo dei Fiori). La combinazione tra diluvio e tempesta, così strana per la Lombardia, ricorda da vicino l’evento che a fine ottobre 2018 sconvolse le Alpi Orientali ( Tempesta Vaia).
Dopo la sfuriata, la calma, secondo quello schema che sembra ripetersi da qualche anno secondo il quale la natura sembra sfogarsi di tutta l’energia inespressa. Ottobre trascorre assai normale nelle prime due decadi, con temperature praticamente in linea. A partire dal 20 ha inizio però un periodo stabile e caldo che, seppur con qualche breve interruzione, dura fino al 20 del mese successivo. Novembre è assai avaro di precipitazioni ( solo 4,8 mm a Milano!), ma si conclude con un periodo freddo alla fine del mese, che porta le prime gelate diffuse a bassa quota. Guardando il mese precedente nessuno avrebbe dato qualcosa all’inverno.
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