Tra il 12 e il 15 di marzo del 1993 gli Stati Uniti Orientali furono colpiti da un forte ciclone extra-tropicale, uno dei più violenti mai verificatesi alle medie latitudini. Il sistema fu ribattezzato “Super Storm” dai media americani e portò a una serie di eventi meteorologici estremi su tutta la porzione orientale atlantica degli Usa: forti raffiche di vento, nevicate eccezionali, mareggiate e persino temporali violentissimi e tornado. L’appellativo “Super Storm”, oppure “Storm of the Century” ( Tempesta del Millennio) fu dovuto ai notevoli impatti di varia natura che si andarono a produrre su una vastissima porzione di territorio americano. Circa il 40% della popolazione americana fu interessata dalla tempesta e nel momento peggiore oltre 10 milioni di americani rimasero senza energia elettrica. L’evento causò anche la morte di 208 persone negli Usa. Nei giorni successivi una massa d’aria gelida per la stagione portò diversi record di freddo nel Sud-Est del paese.
Storia meteorologica
Il centro di bassa pressione che avrebbe poi generato la tempesta si formò nella giornata del 12 marzo sulle acque del Golfo del Messico, al largo del Texas. Esso fu il risultato di un fronte stazionario ( stationary front) che si formò in seguito alla discesa di una massa d’aria molto fredda sulle Grandi Pianure Americane. Il fortissimo contrasto termico tra l’aria molto fredda e le acque a 25 gradi del Golfo promosse lo sviluppo della perturbazione, che fu ulteriormente favorito dalla presenza di forti celle temporalesche sul Golfo del Messico.
Durante il 12 marzo la tempesta attraversò rapidamente il Golfo del Messico e nelle prime ore del 13 fece “landfall” sulla Florida. Un forte sistema temporalesco frontale ( squall-line) esteso per centinaia di chilometri da nord a sud colpì la Florida, così come l’isola di Cuba. In Florida almeno 9 tornado furono confermati, mentre a Cuba le raffiche temporalesche toccarono i 160 km/h. Sulla costa occidentale della Florida ( quella sul Golfo) le mareggiate furono molto violente, specialmente nella contea di Tayler, dove il mare salì di oltre 4 metri sopra il livello abituale.
Successivamente il nucleo di bassa pressione mosse all’interno nel Sud-Est degli Usa, dove trovò aria molto fredda. Di conseguenza, forti nevicate e veri e propri blizzard colpirono l’Alabama, la Georgia, le Carolinas Occidentali e la Virginia. In questi stati e negli Appalachi Centrali le nevicate furono le più intense mai registrate. Nel Sud-Est americano questa tempesta portò anche i livelli di pressione più bassi mai registrati, più bassi di tutte le storiche tempeste invernali e degli uragani. Molte località batterono i propri record storici di pressione, alcuni registrati solo pochi anni prima (settembre 1989) in corrispondenza del passaggio dell’ex-uragano Hugo. Una pressione di 971 millibar fu registrata a Charlotte (North Carolina), mentre più a nord, a Dover ( nel Delaware) si raggiunse il record di 963 millibar.
L’evento più rimarchevole fu però dovuto alle nevicate: tutta la Regione degli Appalachi e il Nord-est degli Usa furono ricoperti da una coltre bianca maggiore di 25 cm. Il valore più alto fu registrato sul Mount Le Conte ( Tennessee), con ben 152 cm di neve. Record nevosi vennero registrati nel Sud-Est Interno: 50 cm a Chattanooga ( Tennessee), 45 cm ad Asheville( North Carolina) e 43 cm a Birmingham ( Alabama); 7 cm di neve caddero sulle spiagge di Mobile, sulla costa dell’Alabama. Più ad est lungo la costa atlantica la neve fece invece la sua comparsa solo dalla zona di Washington verso nord. In totale i meteorologi stimarono che durante l’evento caddero ben 57 chilometri cubi di neve, per un peso di ben 27 miliardi di tonnellate.
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