Tra le 17 e le 18 dell’8 luglio 2015 un evento meteorologico eccezionale ha interessato il Veneto, e in particolare la Riviera del Brenta. Tale evento estremo si è concretizzato nella formazione di un incredibile “temporale a supercella”. Esso ha poi prodotto il tornado nella zona di Dolo, Mira e Pianiga ( provincia di Venezia). Il tornado è stato uno dei più intensi mai registrati nella Val Padana e nell’intero territorio italiano. Probabilmente si è trattato del fenomeno vorticoso più intenso dal 1970, quando un fenomeno simile ha colpito una zona molto vicina).
Analisi meteorologica
Nei giorni precedenti un’intensa ondata di calore interessò il Veneto. Le temperature e i livelli di umidità causarono una forte sensazione di afa. La stazione meteorologica di Mira, poco prima del tornado, registrò una temperatura massima di 33 gradi, con un livello di umidità relativa del 62% ( la temperatura percepita, ovvero l’indice humidex, era pari a ben 45 gradi!). L’8 la regione è stata interessata da una saccatura in quota, collegata a un vasto vortice depressionario, con connesso passaggio frontale. Fin dal mattino alcuni temporali intensi interessarono le Prealpi, ma non la Pianura. Nel pomeriggio la situazione era diventata incredibilmente esplosiva e il Veneto si trovava diviso in tre zone con masse d’aria molto diverse, foriere di creare nel punto di convergenza una situazione tornadica:
- Bassa Pianura Veneta e Veronese: qui le temperature erano molto elevate ( anche superiori ai 35 gradi), ma l’umidità bassa, a causa di un vento di caduta secco dall’Appennino Emiliano che raggiungeva la zona, il tempo soleggiato
- Veneto Centrale ( Vicentino, Alto Padovano, Veneziano, Trevigiano): tempo soleggiato ma con cumuli, dovuti all’aria umida in arrivo dal mare. Le temperature erano più basse che nelle Basse Pianure, ma con umidità molto maggiore
- Alpi e Prealpi Venete: clima più fresco e umido, molto spesso quasi a saturazione, rovesci e temporali
Nell’aria di scontro tra queste masse d’aria diverse si sarebbe poi sviluppato il tornado
La storia del temporale
Il temporale che ha poi provocato il tornado si è sviluppato come sistema di multicelle ( insieme di celle temporalesche separate) sulla Pedemontana Vicentina intorno alle 15. Le multicelle si sono poi organizzate in un unico sistema, che è poi traslato verso est e ha prodotto grandine di grosse dimensioni in diverse località ( come a Sarcedo). Tra le 16 e le 16 e trenta il temporale ha poi cambiato traiettoria, andando verso sud ( sintomo della trasformazione in supercella). Tra le 17 e le 17 e 30 ha colpito la Riviera del Brenta, per poi spostarsi rapidamente sul mare verso le 18.
Il tornado
Il tornado è rimasto al suolo per circa 10 minuti, dalle 17 e 20 alle 17 e 30. In questo lasso di tempo il tornado si è gradualmente intensificato, per poi perdere intensità nei minuti finali. L’intensità massima, desunta dai danni provocati, è stata di grado EF4 ( quinto più potente su una scala di 6). La velocità massima raggiunta dal vento ha superato i 300 km/h ( raffiche molto più violente di quelle dell’uragano Katrina). Attraversando il Canale Brenta il tornado ha completamente raso al suolo Villa Fini, storica villa patrizia. Durante il suo percorso il tornado ha demolito abitazioni e capannoni, livellato campi di mais, abbattuto tralicci della luce e scagliato in aria automobili e camion. Fortunatamente solo una persona è stata uccisa, fatto questo quasi miracoloso dato che il tornado ha colpito una zona densamente abitata. 73 persone sono rimaste ferite e centinaia sfollate.
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